18 Giu Venezia dalla A alla Z, sulle orme di Hugo Pratt
Nel marzo di quest’anno la 3L della Scuola Secondaria C. Durazzo è stata in gita a Venezia. Da quei tre giorni in laguna, accompagnati dalla lettura della Favola di Venezia di Hugo Pratt, sono scaturite “alfabetiche ispirazioni” alla maniera di Corto Maltese. Ve le proponiamo…
A come Albergo Tre Archi
Appena si entra nell’hotel c’è un immenso salone con la reception dove danno le chiavi della stanza e dove puoi avere informazioni, di fronte c’è un’altra sala dove si può fare colazione e pranzo. Alle classi fanno mettere le valigie in una stanza mentre la camera viene preparata. L’hotel è molto lussuoso e molto… fragile: all’entrata c’è un immenso lampadario antico con tutti i “penzoli” di vetro, nella camera c’è una parete alla quale si può appoggiare la testa senza farsi male, ci sono coperte con disegni antichi e alcuni letti fatti a divano, un armadio molto “da principesse“, il bagno con doccia e uno strano lavandino, il phon per capelli e il telefono per chiamare la reception. Ci sono anche le scrivanie e alcune stanze hanne le scale perché i letti sono al piano di sopra. Le stanze più comode sono al piano terra, senza l’ascensore. Alcune affacciano sulla strada: si vedono i battelli con i “branchi” di turisti che al mattino vagano e alla sera è tutto vuoto.
B come battello e come Burano
A Venezia il battello è un mezzo di trasporto come l’autobus e ti porta da un posto all’altro. E’ di medie dimensioni e il biglietto costa tanto, anche se può portare molte persone. Non è molto veloce, ma viene usato moltissimo perché è uno dei pochi mezzi per spostarsi attraverso i canali e verso le isole.
Il secondo giorno della super gita siamo sbarcati a Burano, una delle tre famose isole di Venezia, con le sue vie di case colorate tutte vicine che danno a questo posto un senso di allegria: Burano è unica nel suo genere e perciò ci ha parecchio affascinato.
D come Doge
Il Doge era la suprema magistratura della Repubblica di Venezia, istituita sin dal 1697 e durata fino alla caduta della Repubblica, il 12 maggio 1797. Al doge ci si rivolgeva anche con i titoli di Monsignor el Doxe, Serenissimo Principe o Sua Serenità o con l’originale latino Dux, cioè duca. La carica di doge era ambita per il valore simbolico che donava alle famiglie aristocratiche; lo sfarzo e la pompa che circondavano le cerimonie dogali rendevano la funzione ricercata da tutti coloro che aspiravano ad essere qualcosa di più che dei semplici nobili, ma i dogi stessi dovevano contribuire pesantemente al loro mantenimento, ed era quindi una carica molto costosa e di fatto riservata alla aristocrazia ricca.
E come Enigma
Abbiamo risolto insieme alla classe l’enigma che incastrava il figlio del doge. Dopo varie ricerche e giochi logici siamo arrivati a scoprire che il vero assassino del paesano era Nicolò Rizzo.
G come Ghetto
Il primo giorno a Venezia siamo andati al ghetto ebraico. I ghetti sono posti in cui, in passato, venivano relegati gli ebrei.
I come Isole
Il secondo giorno siamo andati a visitare le isole di Torcello, Murano e Burano.
A Murano abbiamo visto la lavorazione del vetro: un signore ha fatto un cavallo di vetro stupendo. Dopo siamo stati a Burano: le case colorate sono così belle e strane che sembrano quelle delle bambole. La nostra guida, Irene, ci ha fatto vedere una casa stupenda, particolare, ed era anche in vendita, ma nessuno della mia classe la voleva comprare. Poi siamo andati a Torcello e abbiamo visto il trono di Attila e un ponte del quale Irene ha raccontato la leggenda: c’era una ragazza innamorata di un ragazzo, ma i suoi genitori non volevano e così si trasferiscono in un altro posto. Una notte la ragazza va a trovare il suo fidanzato, lo cerca ma non lo trova da nessuna parte. Un amico le si avvicina e le dice che il suo ragazzo è morto e le dice di cercare una strega che lo farà ritornare in vita. La strega le ordina di portare 7 ragazzi e la giovane, la sera seguente, va al ponte con i 7 ragazzi. La strega fa l’incantesimo e il giovane morto ricompare. I due fidanzati se ne vanno, ma arriva il diavolo che uccide la strega e si prende i ragazzi. Per questo il ponte si chiama ponte del diavolo.
M come Maschere
A Venezia tutto cambia nel periodo del Carnevale: la città è immersa in un’atmosfera unica, magica e tutta da scoprire, ma a farla da padrone sono naturalmente loro, le maschere, ognuna con la propria storia e magnificenza.
P come Palazzo Ducale
Il Palazzo Ducale è uno dei simboli della città di Venezia e capolavoro dell’arte gotica veneziana. Sorge nell’area monumentale di Piazza San Marco ed è contraddistinto da uno stile che trae spunto dall’arte bizantina. Fondato dopo l’812, è l’antica sede del doge e delle magistrature di Venezia, più volte colpito da disastri e danni e di conseguenza ricostruito. Quest’edificio oggi è una sede museale molto visitata.
T come Tintoretto
Tintoretto è stato un pittore italiano nato a Venezia il 29 Aprile del 1519 e morto il 31 Maggio del 1594. E’ stato probabilmente l’ultimo grande pittore del Rinascimento italiano. Il soprannome “Tintoretto” gli derivò dal mestiere paterno, tintore di stoffe.
Di Tintoretto si ricorda anche una leggenda in cui lui uccide una strega che aveva cercato di portargli via la figlia: ora, davanti alla casa di Tintoretto, c’è un buco coperto da una statua di un uomo con in mano un bastone e là dentro è l’anima della strega uccisa.
Classe 3L, scuola secondaria Durazzo
silvia
Posted at 11:27h, 19 Lugliodev’essere stata un’ esperienza fantastica. Silvia A. Classe II Scuola Da Verrazzano