Andare a scuola? “Quelle chance!”

22 Ott Andare a scuola? “Quelle chance!”

Abbiamo iniziato l’anno scolastico con uno sguardo un po’ particolare sulla scuola: alle nostre facce non proprio contente di essere tornati in classe, lasciandoci alle spalle mare e spiaggia, la prof di francese ha risposto con un’attività diversa dal solito racconto delle nostre vacanze…

Abbiamo infatti guardato insieme il trailer del film-documentario “Sur le chemin de l’école”, che racconta la storia di 4 bambini del mondo, che devono sfidare chilometri, pericoli, pregiudizi per andare a scuola a tutti i costi (qualcuno di noi aveva già visto il film al cinema in Prima Media con la prof d’italiano); poi abbiamo letto insieme un articolo di giornale online, con tante foto incredibili, “25 trajets insolites et dangereux pour aller à l’école”. Ci siamo resi conto di situazioni che non pensavamo possibili, bambini e ragazzi che camminano lungo precipizi, si arrampicano su scale di fortuna, attraversano fiumi su la camera d’aria di un camion, con una carrucola o sopra un ponte quasi distrutto…

Alla fine, abbiamo scelto ognuno una foto, e il compito consisteva nel descriverla (in francese) e spiegare le ragioni di questa scelta. Ecco alcune nostre risposte (tradotte per l’articolo):

Incredibile veder come questi bambini fanno fronte a queste situazioni…un semplice sorriso, forse un po’ teso ma sincero, forse non si rendono neanche conto del pericolo che devono affrontare ogni giorno, per il loro sogno. Per andare a scuola! E pensare che noi tutti, che abbiamo la scuola praticamente di fronte a casa nostra, facciamo ogni sera lo zaino senza voglia, ed aspettiamo con impazienza il sabato. Ho scelto questa foto perché penso a quel che vivono ogni mattina, quando noi siamo così abituati alla moto, la macchina o l’autobus…

La foto che più mi piace è quella dei bambini sulla riviera Rio Negro in Colombia. I bambini fotografati scendono lungo un cavo d’acciaio situato molto in alto sopra la riviera. Ho scelto questa foto perché quando vado al parco avventura anch’io vado su un cavo di questo tipo e mi piace e mi diverto!
I bambini della Colombia invece non sono legati e questa cambia tutto, diventa molto pericoloso.

Ho scelto questa foto perché per andare a scuola i bambini e adolescenti devono attraversare un posto interamente ghiacciato e rischiano la vita.
Le temperature sono certamente molto basse e si vede nella foto che non sono neanche molto vestiti.

In questa foto c’è una bambina che, per andare a scuola, deve attraversare un burrone e utilizza una carrucola. Ho scelto questa fotografia perché è quel che faccio qualche volta con i miei amici per giocare nel parco avventura, ma questa bimba lo deve fare tutti i giorni e rischia la vita per andare a scuola. Lei rischia la vita e io mi diverto! Sono triste per questa situazione, non dovrebbero essere bambini che rischiano la vita per studiare. L’educazione dovrebbe essere un diritto di tutti e i bambini devono poter giocare e andare a scuola in sicurezza.

Quando abbiamo l’opportunità di guardare foto del genere e capire le difficoltà che devono affrontare i bambini, dobbiamo fare tutti un piccolo esame e partire ogni mattino con una volontà molto più forte, evitando ai nostri genitori di chiamarci più volte per svegliarci per esempio, soprattutto quando alla sera abbiamo insistito per andare a dormire tardi perché c’era un film interessante o una partita di calcio…

In questa foto, un gruppo di bambini attraversano le montagne Pili, in Cina, una scalata di circa 200km totalmente sprovvista di sistemi di sicurezza, rischiando di cadere ad ogni tapa. Ho scelto questa foto perché io stessa, immaginando questa situazione, mi sono sentita in pericolo. Quel che devono affrontare non è solo il grande sforzo del viaggio, le salite, ma anche ostacoli come il freddo, il gelo, il vento… una situazione che non possiamo neanche immaginare. Per questi bambini la scuola è una conquista costante di cui spesso non ci rendiamo conto. Forse adesso, conoscendo questa realtà, al mattino non sarò così apatica…

Gli alunni delle 3°A e 3°C, Durazzo sede