10 Dic Attentato a Parigi
Il 13 novembre 2015 a Parigi c’è stata una serie di attacchi terroristici. Gli attacchi sono stati sferrati da gruppi armati che si definiscono dello Stato Islamico, meglio conosciuto come Isis o Daesch (termine preferibile in quanto non è uno Stato ma un’organizzazione criminale). Non è facile parlarne ma ci sembrava importante raccontare come li abbiamo vissuti.
Cronaca
Gli attacchi sono stati fatti da almeno otto persone tra donne e uomini. Tali persone sono responsabili di tre esplosioni nei pressi dello stadio e di sei sparatorie in diversi luoghi pubblici, come quello del teatro Bataclan, dove sono morte ottantanove persone. Questo attentato è stato il secondo più grave nei confini dell’Unione Europea. Anche i terroristi alla fine della strage si sono tolti la vita.
Perché?
Questi attacchi terroristici hanno lo scopo di impaurire, spaventare. I terroristi invidiano e temono profondamente la libertà ed è per questo che usano la violenza; gli attacchi sono stati rivolti verso un pubblico di innocenti: molte vittime, infatti, erano allo stadio, a teatro o al ristorante.
A scuola
In classe abbiamo parlato con tutti i proff di questo tragico avvenimento; ci ha maggiormente commosso discuterne con la professoressa di francese, la quale ci ha raccontato che sua sorella e i suoi nipoti vivono molto vicini al quartiere in cui è avvenuto il fatto, ma che stavano bene, almeno fisicamente. La cosa che le è dispiaciuto dire, per rispondere alle nostre molte domande, e lo ha fatto quasi con le lacrime agli occhi, è stato parlare di un suo ex compagno della scuola media. Il suo cognome era scritto nella lista delle vittime e lei aveva quasi completamente rimosso il suo ricordo dalla testa, ma rileggere quel nome le ha risvegliato molte emozioni. A nessuno farebbe piacere ritrovare una persona con cui ha condiviso un pezzo di strada su una lista di vittime morte a causa della violenza di altri essere umani.
Dopo un’accurata discussione in classe con l’insegnante d’italiano, abbiamo stabilito che dobbiamo sempre confrontarci, parlare insieme per capire. Anche tra islamici e musulmani tanti si dissociano dal fanatismo e dal terrorismo del Daesch, in realtà Daesch è la mafia dell’islam. Abbiamo anche fatto un minuto di silenzio in memoria delle vittime.
Paix pour Paris
I cittadini francesi e di tutto il mondo hanno elaborato delle frasi per far vedere l’amore verso la propria città, Parigi. Tra le più note ci sono: “Pray for Paris”, ”Peace for Paris”, “Paix pour Paris”, o “Porte ouverte”, simbolo della grande solidarietà che si è creata spontaneamente nei momenti successivi agli attentati (gli abitanti hanno aperto le loro porte per ospitare sconosciuti impossibilitati a tornare a casa per via delle strade chiuse dalla polizia).
Una vittima italiana
Vogliamo ricordare una vittima in particolare, italiana: Valeria Solesin, veneziana di 28 anni che studiava alla Sorbona e che, insieme al fidanzato a sua sorella, era andata a teatro per godersi uno spettacolo quando una raffica di proiettili la colpì. Per commemorarla, a Venezia, durante la cerimonia “d’onore”, sono stati invitati dalla famiglia rappresentanti di varie religioni.
In conclusione riteniamo che, chiunque ci sia lassù, non voglia un mondo fatto di guerra, violenza e ingiustizia; per questo motivo sosteniamo che il loro credo non sia una “religione”, ma una “filosofia di vita”, sbagliata. Per noi è impossibile da comprendere, da accettare, anche solo da immaginare; per noi è fanatismo, pura follia, manca di ogni morale; eppure “loro”, quelli che uccidono, quelli dell’11 settembre 2001 e del 13 novembre 2015 sono forse stati manipolati, formati ed educati a diventare assassini perché in fondo, come mi dice sempre mia mamma, “quello che può essere corretto per me può non esserlo per te”.
Speriamo sia proprio vero che l’unione fa la forza e sogniamo un mondo che non ha più paura dei terroristi perché li sconfigge con l’amore, la libertà, la pace. Questo attentato ha reso ancora più compatta l’Unione Europea, ma forse anche tutto il resto del Mondo, per una volta unito contro il male.
Beatrice B. e Marta M. 2C Durazzo sede
Melanie Desbois
Posted at 20:07h, 10 Dicembrebrave ragazze, non era facile scrivere su questo argomento, siete state coraggiose…
Alice
Posted at 18:42h, 29 FebbraioAnche noi in classe abbiamo dedicato un minuto di silenzio alle vittime di questa furiosa strage,poi in macchina alla radio abbiamo sentito parlare molto di Valeria Solesin.
Alice B.