06 Apr Un film che fa pensare
Il giorno 9 gennaio, un sabato di recupero, quasi tutte le classi della scuola Durazzo hanno assistito alla proiezione cinematografica del film-documentario “NESSUN FUOCO NESSUN LUOGO” presso il cinema San Pietro. In questo filmato, presentato in anteprima nazionale a Genova nell’aprile del 2015 e prodotto nell’ambito del progetto Caritas “Quando la città soffre”, vengono riprese situazioni di vita dei “senzatetto”, le loro storie e le loro giornate tipo.
È un documentario interessante, molto scorrevole anche se “duro”. Un film “prezioso” perché insegna e rende consapevoli noi alunni della vita dei senzatetto, persone non molto diverse da noi, anzi per nulla. Persone che probabilmente, di fronte alle difficoltà della vita, non hanno avuto la possibilità, la forza, o forse l’aiuto per reagire in un altro modo e che quindi hanno scelto, loro malgrado, la strada di “nessun fuoco nessun luogo”.
Ecco alcune riflessioni della nostra classe, dopo la visione del documentario.
“Noi siamo abituati a stare a casa sul divano a guardare la TV, invece loro per ripararsi dal freddo devono vivere in un sottopasso coprendosi con dei cartoni…” (Federica).
“Prima della visione del film ignoravo i senzatetto e facevo finta di non vederli, ma dopo aver conosciuto la loro storia attraverso questo documentario ho cominciato a considerarli di più perché ho capito che hanno una vita molto difficile” (Tommaso).
“Il film mi è piaciuto molto per l’assenza di tristezza e pietà nonostante l’argomento e per il finale consolatorio: una giornata al mare, un luogo in cui in costume appariamo tutti simili, dove chi vive con difficoltà ha la possibilità di confondersi. La scena finale in spiaggia ci consente di pensare che la Terra appartiene a tutti e non solo a quelli che sono stati più fortunati di altri” (Elisa).
“Spero che il messaggio sia arrivato a tutti coloro che hanno visto il film come è arrivato a me e che possa migliorare la nostra città” (Alessio).
“Carla Grippa e Matteo Bertora hanno svolto un ottimo lavoro, sono riusciti a raggiungere il loro obbiettivo: farci capire l’importanza del problema e spalancare gli occhi a noi che una casa l’abbiamo. In più è stato molto coinvolgente quando di solito i documentari lo sono poco; se dovessi dare un voto darei un 10! E consiglio la visione a tutti!” (Federico).
“Carla Grippa e Marco Bertora, due giovani autori che collaborano dal 2008 alla realizzazione di documenti audio-visivi, legati dalla comune passione per l’arte cinematografica, sono la regia del film-documentario “Nessun fuoco, nessun luogo”. È il loro contributo alla giornata mondiale contro la povertà, che si celebra il 17 ottobre di ogni anno. Il titolo proviene da un proverbio francese con cui si definiscono le persone senza fissa dimora, il cui destino è vivere sulla strada senza un focolare domestico a cui tornare.
La peculiarità di questo cortometraggio sta nella scelta della regia di seguire i protagonisti senza interferire, assistendo allo svolgimento della loro routine quotidiana in un arco temporale lungo un anno ambientato nella città di Genova.
Guardando il film sembra di passeggiare tra le vie della Superba; si incontrano persone che al termine della visione diventano molto familiari. Individui il cui destino è vivere sulla strada senza un luogo a cui fare riferimento, senza una casa.
Il film racconta otto storie diverse, accomunate da un percorso che ogni tanto si affronta assieme, a volte in coppia, spesso da soli. Ciò che emerge è la solidarietà tra gli uomini di strada che insieme formano una sorta di famiglia. Un documentario senza sceneggiatura, con la città che fa da sfondo. Una città resa a volte anonima per sottolineare uno stato di abbandono sociale, presente in qualunque realtà urbana. Due mondi paralleli convivono l’uno all’insaputa dell’altro: la panchina della stazione, che di giorno è occupata da persone che attendono il treno per andare al lavoro o rientrare a casa, durante la notte fa da rifugio ad un padre di famiglia non più in grado di gestire la sua vita.
È apprezzata la delicatezza con cui viene trattato un argomento così profondo e crudo. Il rispetto di aver lasciato spazio alle sole voci dei veri protagonisti: …questa non è vita, è morire piano piano piano… è la frase di uno dei senzatetto che racchiude il messaggio-denuncia del film, che ognuno di loro vorrebbe gridare al mondo nella vana speranza di essere aiutato” (Martina).
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