Boomwriter, esperimenti di scrittura creativa

Boomwriter, esperimenti di scrittura creativa

Abbiamo lavorato tutti insieme sulla piattaforma online BoomWriter (www.boomwriter.com) per un esperimento di scrittura creativa e collaborativa. E’ gratuita, sicura e crea un ambiente virtuale cloud chiuso e protetto.

Boomwriter dà all’insegnante, una volta creato il gruppo-classe, la possibilità di inserire un incipit (capitolo 1) per avviare l’attività di scrittura collettiva. L’insegnante deve inoltre stabilire di quante sequenze dovrà essere composto il racconto (book). Vengono anche predisposti i tempi, il numero di caratteri per ogni sequenza (in questo caso 400 parole per capitolo) e le scadenze. Dopo ciò, ogni alunno deve scrivere un suo “seguito” al capitolo 1 così da avere alla fine tanti capitoli 2 quanti sono gli alunni Il docente in questa fase può vedere chi produce e chi no, può controllare le sequenze inserite e può apportare modifiche o “rifiutarle”. L’alunno-autore viene informato dal sistema se la sua sequenza è stata approvata o meno dall’insegnante e si regola di conseguenza.  Alla scadenza prefissata si chiude la fase produttiva per il capitolo 2 (il tempo di scrittura era per noi fissato i 4 giorni) e si apre automaticamente la fase della votazione. Anche questa ha una durata prestabilita (per noi 3 giorni). In questa fase tutte le sequenze approvate dall’insegnante vengono rese visibili a tutto il gruppo-classe, ma non è in nessun modo possibile risalire all’autore di ciascuna di esse. Ogni alunno deve scegliere. Può esprimere un massimo di 4 preferenze. Alla fine della fase di votazione il capitolo che avrà ricevuto più voti potrà ulteriormente essere revisionato dal docente ed, infine, approvato. A questo punto il racconto sarà andato avanti con l’aggiunta di questo capitolo e si riparte subito con una nuovo che sarà il seguito di quello appena approvato. E avanti così tra fasi di produzione e di votazione con relativi capitoli vincitori approvati ed aggiunti al racconto fino a quando si arriva al finale. Gli alunni che partecipano correttamente a tutte le fasi acquisiscono dollari virtuali con i quali acquistano abbigliamento e accessori per arricchire le dotazioni del proprio avatar. Altre informazioni su :https://insegnantiduepuntozero.wordpress.com/2016/02/28/scrittura-creativa-e-collettiva-nel-cloud/ da cui ci siamo largamente ispirati. Ecco il nostro racconto.  

Il tempo rende gemelli

Capitolo 1 (da ‘Scrittori in classe 2’)

Erano usciti insieme in canoa, Milo e Valentina, i gemelli-goccia-d’acqua e poi…Valentina era sparita. Un attimo c’era e un attimo dopo non c’era più traccia né di lei né della sua canoa. “Dai, non fare la scema!”, aveva strillato Milo, pensando che si fosse nascosta dietro una roccia, per fargli uno scherzo. Ma niente. Allora, s’era messo a pagaiare come un forsennato fino alla caletta e aveva arrancato, trascinando la sua gamba secca, lungo le scale che portavano alla villa.
Valentina s’è persa”, aveva detto, quasi senza fiato.
“L’hai persa”, lo aveva corretto il padre, mentre saliva precipitosamente su una barca e chiamava aiuto per cercare sua figlia.
Milo ci aveva provato a seguirlo ma lui gli aveva fatto segno di no, che non ce lo voleva.
“Che vieni a fare? Hai già fatto il danno… e poi saresti solo d’intralcio…”, aveva mormorato.
Non lo voleva. Come sempre.

Capitolo 2 (di Federico D.F.)

I due ragazzi nacquero quattordici anni fa nel duemiladue.
Erano fratelli gemelli molto uniti fin da piccoli. I due, da quando avevano tre anni, sapevano già andare in canoa.
All’inizio della loro vita il padre, come tutti gli altri papà, si era affezionato a entrambi i figli, ma, ben presto, non appena il figlio maschio Milo crebbe, si accorse che aveva una malattia alla gamba.Milo era un ragazzo alto e magro, con capelli folti e scuri e con occhi grigi come il mare d’inverno. Secondo le aspettative del padre, che voleva un figlio forte, veloce e robusto, questo non andava proprio bene.
Crebbero fino all’età di sette anni; quell’anno fu bruttissimo perché la mamma morì.
Tre anni dopo il padre decise di trasferirsi prendendo in affitto una casa affacciata sul mare; la prese perché era ormai una famiglia appassionata di canoa, quindi avrebbero fatto meno fatica nel viaggiare dalla casa fino al porticciolo.
I due bambini si appassionarono ancora di più a quello sport. Presero anche delle lezioni fino all’età di dodici anni; da quell’anno iniziarono a fare anche delle gare ed ottennero delle grandi soddisfazioni.
Quel caldo giorno d’estate la famiglia era andata al mare per allenarsi, dato che durante il weekend i fratelli avrebbero avuto delle gare. Il mare era limpido di un color azzurro chiaro, il cielo era blu contornato da una parete di nuvole, la spiaggia completamente coperta da una sabbia fine.
La famiglia passò una felice mattinata finché ad un tratto Milo si accorse che la sorella non c’era più.

Capitolo 3 (di Luca A.)

Milo, triste e arrabbiato perché non poteva aiutare, decise di andare a casa a riflettere sulla scomparsa della sorella. Pensò che la sua camera fosse il posto migliore per meditare sull’accaduto.
Era una stanza molto piccola e vecchia. Ovunque si potevano notare crepe sui muri e muffe negli angoli. A Milo non piaceva. Non gli piaceva proprio niente della sua camera. Era minuscola, il letto era scomodo e puzzava di polvere. Inoltre, la sua famiglia essendo povera, non aveva il riscaldamento e durante l’inverno si gelava, lì dentro. Milo in quel momento stava pensando alla camera della sorella, grande e luminosa. Diceva che era un’ ingiustizia che lei avesse una camera cosi spaziosa solo perché era la preferita del padre. Infatti, non era colpa sua se era nato con una gamba secca che non gli permetteva di aiutare il padre. Intanto, il padre, assieme allo sceriffo del posto stavano cercando Valentina, anche se i loro tentativi erano stati del tutto invano. Nessuna traccia né della bambina né della canoa.
Lo sceriffo, ostinato, continuava la ricerca perché pensava che una canoa non potesse sparire nel nulla. In quel preciso istante Milo trovò una cosa molto particolare che lo incuriosì. Infatti, nella scrivania della sorella c’erano dei bigliettini, scritti in una lingua incomprensibile. Potevano riguardare la scomparsa della sorella?
Valentina sapeva forse qualcosa che non gli aveva detto?
Milo era molto confuso, ma allo stesso tempo eccitato perché questa poteva essere la chiave di tutto. Contento di poter finalmente aiutare il padre, aspettò il suo ritorno per comunicargli tutto. Quando suo padre tornò, era mezzanotte e Milo era stato ad aspettarlo tutto il tempo. Gli raccontò tutto e lui per la prima volta disse che era il figlio migliore al mondo. Lo abbracciò e gli disse che l’indomani sarebbero andati alla stazione della polizia per vedere se potevano aiutarli. Quella notte Milo non dormì molto tanta era l’agitazione che aveva. Ma alle due di notte, stremato dal sonno, si addormentò.

Capitolo 4 (di Elisa G.)

Milo aprì gli occhi di scatto, gli ci volle un po’, però, per ricordarsi dell’ accaduto del giorno prima.
Appena si rischiarò bene le idee, capì che non c’era tempo da perdere, andò a chiamare suo padre.
Fecero colazione di fretta e poi si divisero i compiti: il padre sarebbe andato dalla polizia, mentre Milo avrebbe chiamato alcuni suoi amici con cui avrebbe risolto l’enigma della lingua incomprensibile.
Il padre era già partito in barca, allora Milo iniziò a chiamare i suoi amici pieno di eccitazione: “Ciao sono io, Milo…mi serve il vostro aiuto per risolvere e capire un enigma che ho trovato ieri sulla scrivania di mia sorella. Mi serve seriamente il vostro aiuto per ritrovare Valentina. È scomparsa!!”
Milo sentiva ancora in testa l’eco delle sue parole.
Dopo un po’ di tempo sentì il campanello suonare.
Scese correndo ad aprire la porta, a spalancarla. I suoi amici, appena entrati, morivano dalla voglia di iniziare l’avventura.
Milo mostrò loro i bigliettini, ma nessuno riuscì a capirli. Il tempo passò veloce quella mattina, erano già volate due ore senza nessuna nuova scoperta.
Milo era esausto, gli faceva male la testa. Così propose ai suoi amici di andare al bar a prendere un succo e loro, ancor prima che il ragazzo finisse la frase, si erano già seduti sui divanetti del Dotty’s.
Alex, un caro amico di Milo, era uscito a prendere un po’ d’aria quando, finalmente, facendo per sbaglio cadere i biglietti, Milo scoprì il trucco per risolvere l’enigma. Avvisò subito i suoi compagni d’avventura: “Ragazzi ho scoperto il trucco per risolvere l’enigma! Basta sovrapporre questo biglietto a quello, girandolo dalla parte inversa…”
“Giusto!” confermarono gli amici.
Erano tutti contenti di poter finalmente leggere quei biglietti quando uno degli amici, Diego, informò gli amici di una orribile notizia: “Ragazzi Alex è scomparso! Era uscito poco tempo fa per prendere un po’ d’aria, ma ora non c’è più!”
La faccenda era diventata seria…due ragazzi nel giro di due giorni erano scomparsi, chi altro sarebbe stato rapito il terzo giorno?

Capitolo 5 (di Luca A.)

Paura, tutti potevano percepirla.
Anche la tensione. Di tensione ce n’era davvero tanta.
Non ci si poteva fidare di nessuno, soprattutto adesso.
Con la sparizione di Alex tutti si rifiutavano di aiutare Milo, avevano timore di essere rapiti.
Ad un certo punto Milo decise di chiamare tutti. La maggior parte del lavoro era fatto. Rimaneva trovare Valentina. Da quanto aveva scoperto leggendo i bigliettini, la sorella si incontrava con qualcuno in una certa “bocca del diavolo”. Milo non aveva la minima idea cosa fosse questa “bocca del diavolo”. Infatti, convinto di essere a un passo da trovare Valentina, riuscì a convincere gli altri spiegando loro ciò che aveva scoperto. Diego aveva una vaga idea di cosa potesse essere la “bocca del diavolo”. Disse che un po’ di tempo fa aveva visto una grotta che sembrava una bocca.
Tutti erano molto eccitati, ma, ad un certo punto, Milo chiese cupo: ”E se ci fosse qualcuno ad aspettarci?” Per qualche minuto tutti stettero zitti, poi ad un certo punto uno dei ragazzi rispose: ”Noi siamo numerosi, cosa ci potrà mai fare del male?”
Tutti annuirono e decisero che sarebbero partiti subito.
Il gruppo, guidato da Diego, raggiunse la grotta.
Arrivati davanti alla “bocca” della grotta si fermarono. Nessuno voleva andare avanti. Milo, allora, si incamminò per primo e venne seguito da tutti. Accesero la torcia e subito non notarono niente di strano, poi però videro delle tracce di un fuoco.
Sicuri di aver trovato la pista giusta, si misero alla ricerca di Valentina.
Nella mente di Milo erano sorte delle domande: Come mai suo padre non c’era mai da quando Valentina era sparita? E soprattutto, dov’era in quei momenti?
Dopo venti minuti di ricerca trovarono un masso messo davanti a una buca, si riusciva a vedere una luce che spuntava fuori.
Senza dire una parola, tutti assieme sollevarono il masso. Nessuno poteva credere a ciò che gli si mostrò dinanzi. C’era Valentina, Alex e il padre. Affianco a loro, su un tavolo c’era una torta di compleanno con scritto: ‘Buon compleanno Milo!’
Suo padre gli andò incontro e lo abbracciò.
Milo capì tutto. Era il suo compleanno e questo era il suo regalo. Non potevano permettersi nient’altro, ma quello era il miglior regalo di sempre. Dopo quel giorno, diventarono una famiglia molto unita e tutti i giorni, lui, suo padre e Valentina, andavano a farsi un giro in canoa, come ai vecchi tempi.

Classe 1E,  Durazzo sede 

redazioneminiscoop
redazioneminiscoop@gmail.com
3 Comments
  • Alice
    Posted at 10:38h, 08 Agosto Rispondi

    Wow! Non avevo mai letto una storia così commovente! Non avevo mai sentito parlare di quest’applicazione, ma adesso che me ne avete parlato voi mi informerò di più.

  • Artur
    Posted at 18:33h, 03 Settembre Rispondi

    Che storia emozionante! Mi ha lasciato con il fiato sospeso fino alla fine. Carina questa idea di creare storie in collaborazione con la classe

  • Alice
    Posted at 11:07h, 21 Gennaio Rispondi

    Una storia veramente bellissima!

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