Migrantour: Genova vista con gli occhi di un migrante

Migrantour: Genova vista con gli occhi di un migrante

Il progetto MIGRANTOUR, presente anche a Genova, propone passeggiate urbane interculturali e vede come protagonisti concittadini provenienti anche da mondi lontani. La Scuola Secondaria C. Durazzo da anni aderisce a questo importante progetto, lasciandone traccia sulle pagine di Miniscoop (leggi qui un articolo del 2015!).

La scorsa primavera, una classe della succursale di via Casotti, in relazione al progetto d’istituto “Leggere la città”, ha passeggiato per il centro storico di Genova insieme alla guida di Migrantour Genova.

Martedì 21 maggio ci siamo recati alla stazione Principe dove, sotto la statua di Cristoforo Colombo, ci attendeva la guida venezuelana Eneida.

La prima sosta è stata la drogheria Pastorino, la cui storia inizia come un classico negozio che con il tempo si è arricchito di prodotti etnici provenienti da tutto il mondo, pur avendo come proprietaria una classica signora genovese che è stata decisamente capace di adeguarsi ai tempi.

In seguito ci siamo trasferiti in Via Pré, dove si trova la Commenda di San Giovanni di Pré, oggi sede del Centro Internazionale Studi Emigrazione Italiana (CISEI).

Immagine scaricata dal sito http://www.museidigenova.it

Il complesso è costituito da due chiese in stile romanico, sovrapposte l’una all’altra, e da un edificio a tre piani, la commenda, cioè il convento e “l’ospitale”, che assolveva la duplice funzione di stazione marittima sulle rotte della Terrasanta e di ospedale, inizialmente per i pellegrini ed in seguito per i malati e i poveri della città.
Nel CISEI si possono scoprire le proprie radici verificando, grazie a un software, se i membri della nostra famiglia sono emigrati in passato.

In Via Pré, così chiamata perché un tempo era fuori dalle mura e ricoperta di prati, abbiamo osservato la vetrina di una macelleria con carne macellata secondo la tecnica halal, una sartoria senegalese, alcuni ristoranti africani e sudamericani e un negozio che vendeva statuine e simboli di varie religioni.
Ci ha colpito in particolare la caratteristica che, sulla parete esterna di numerosi negozi, fosse raffigurata, su una piastrella, la “mano di Fatima”, simbolo che accomuna le tre religioni monoteiste.

Giunti nei trogoli di Santa Brigida, la guida ci ha spiegato l’importanza di quel luogo quando non c’era l’acqua corrente in tutte le case e come adesso sia diventato un luogo di incontro tra persone provenienti da paesi diversi.

Immagine scaricata dal sito https://www.infogenova.info

Successivamente abbiamo sostato nella piazzetta Vittime di tutte le mafie, dove la nostra guida ci ha letto un testo nel quale venivano descritti con disprezzo gli immigrati, senza alcun riferimento alla loro nazionalità.
Eneida ci ha chiesto di chi si stesse parlando e noi abbiamo risposto: rumeni, albanesi, africani, indiani. Con nostra sorpresa si trattava, invece, della relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione al Congresso Americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti del 1912!

Infine, abbiamo percorso Via del Campo (famosa per la canzone di De André), dove abbiamo visto il palazzo dei Durazzo, un’antica famiglia che ha dato a Genova anche dei dogi, ma che era originaria dell’Albania (immigrati di altri tempi!) e, al numero 29 rosso, il museo dedicato a Fabrizio De André.

Immagine scaricata dal sito https://deandrefabrizio.altervista.org

In Piazza Don Gallo, anticamente sede del ghetto ebraico, Eneida ci ha raccontato vita e aneddoti su questo prete, grande amico di “Faber”, e molto amato dalla gente dei vicoli.
Qui, con un grande applauso, abbiamo salutato la guida ed è terminata la nostra passeggiata multietnica.

Classe (ex) III G a.s. 2018/1019, Scuola Secondaria C. Durazzo

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