10 Gen Cronisti di classe: “
Intorno alle ore 12 del 9 gennaio 2019 il piccolo porticciolo di Mergellina, a Napoli, assiste ad un evento inquietante: le acque del mare diventano completamente bianche come il latte e nell’aria si respira un forte odore chimico.
Mentre gli abitanti osservano perplessi, preoccupati ed indignati il loro mare agonizzante, scattano immediatamente indagini delle forze dell’ordine per capire l’origine di quello che sembra un disastro ambientale in piena regola.
Grazie ad un meticoloso e tempestivo lavoro, la Polizia arriva presto a scoprire la causa: un uomo, proprietario di una ditta di spurgatura, era stato chiamato ad effettuare un lavoro per conto di un condominio che si affaccia proprio sul porto. Il responsabile è arrivato alle ore 9:30 di mercoledì 9 gennaio con la sua autocisterna e, oltre a compiere l’intervento per il quale effettivamente era stato chiamato, decide di riversare, in pieno giorno, in uno dei tombini di fronte al condominio il materiale di rifiuto, in particolare polvere bianca di marmo!
L’uomo ha aperto diversi tombini con l’intento di trovarne uno che conducesse direttamente alle fogne: probabilmente l’idea era quella di nascondere per sempre la polvere da smaltire, tuttavia finisce per scegliere il tombino “sbagliato”, che non conduce alle fogne ma direttamente in mare, inquinandone così le acque.
Ad incastrare l’uomo sono le telecamere presenti nei dintorni. In uno dei filmati si vede chiaramente l’uomo che, con aria indifferente, scarica la polvere bianca direttamente nel chiusino.
Interrogato dalle forze dell’ordine, dapprima l’uomo nega la sua responsabilità, ma, di fronte ai video, non può far altro che confessare il proprio crimine.
Sembra che la polvere provenga da una azienda specializzata nella lavorazione della pietra. Tale azienda, invece di smaltire correttamente i materiali di rifiuto, procedimento che ovviamente ha un costo, decide di consegnarli nelle mani dell’indiziato il quale, per arrotondare (in nero) i guadagni, smaltisce i rifiuti illegalmente a costo zero. In questo modo tutti i soggetti ci guadagnano a spese del mare e della gente civile.
L’indagato rischia per ora una multa tra i 10.000 e 1.000.000 di euro per il reato di “inquinamento ambientale“, tuttavia sono ad oggi in corso ulteriori indagini per capire se i danni che l’uomo ha procurato al mare siano più pesanti di quanto sembri: in particolare, il pericolo è che la polvere di marmo si sia depositata nei fondali e abbia in qualche modo alterato l’equilibrio dell’ecosistema marino. Se questo dovesse essere il caso, allora l’uomo potrebbe essere accusato di “disastro ambientale” e in tal caso sarebbe condannato a scontare in carcere una pena che va dai 5 ai 15 anni!
FONTE: www.ilmattino.it
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