23 Mar “Se capire è impossibile, ricordare è indispensabile”
Il 27 gennaio è la Giornata della Memoria; si commemorano le vittime dei campi di concentramento e di sterminio nazisti e l’entrata dell’Armata Rossa nel campo di Auschwitz, nel 1945. Il campo di Auschwitz si trovava nella parte della Polonia occupata dai tedeschi.
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Il campo di concentramento di Auschwitz era costituito da tre campi principali, aperti nel corso di due anni tra il 1940 e il 1942. Prima dell’arrivo dell’esercito russo, i nazisti hanno cercato di distruggere le prove di quello che succedeva all’interno.
Proprio il 27 gennaio a scuola abbiamo visto un video di mezz’ora, prendendo appunti su un foglio; poi ne abbiamo parlato con la professoressa di lettere per approfondire l’argomento ed “entrare” negli orrori di Auschwitz.
Il video narra la storia di un ragazzo che va a visitare il campo di concentramento di Auschwitz per capire cosa fosse successo proprio lì.
Il filmato descriveva la vita dei deportati all’interno delle baracche di pietra o di legno, dove dormivano ammassati in letti a castello.
All’interno del campo la vita era infernale: lavori forzati, cibo molto scarso, mancanza di igiene, percosse continue, orari di lavoro infiniti e chi poteva lavorare si doveva considerare fortunato, perché chi non poteva lavorare veniva ucciso, compresi i bambini, i vecchi, le donne, che finivano nelle camere a gas e poi bruciati nei forni crematori.
Particolarmente toccante è stato vedere l’immagine del treno che trasportava i prigionieri all’interno del campo. Mi ha molto impressionato anche venire a conoscenza che molti di loro fossero utilizzati per esperimenti di ogni tipo e trattati come cavie di laboratorio.
Osservare quei luoghi, dove le persone erano costrette a vivere, lavorare e morire in condizioni disumane, senza aver avuto alcuna colpa, mi ha fatto riflettere e mi ha intristito enormemente.
Durante la discussione, alcuni compagni hanno proposto diversi libri da leggere, tra cui “Un sacchetto di biglie” dell’autore francese Joseph Joffo (titolo originale del libro “Un sac de Billes”).
Abbiamo anche letto un articolo preso da un sito web proposto dalla professoressa.
Il giorno della memoria è il giorno in cui occorre “ricordare per non dimenticare” tutto il male e tutti gli orrori che sono stati commessi in nome di folli principi di superiorità e diversità razziale, affinché simili atrocità non avvengano più nel futuro.
Secondo me è molto importante parlare di questo argomento perché non succedano più queste terribili vicissitudini che hanno ferito nel profondo un intero popolo e anche dimostrato come l’uomo possa dimostrarsi incomprensivo e omicida nei confronti di un proprio fratello. È difficile pensare che poco tempo fa, solo qualche decennio, abbiamo ucciso milioni di persone solo perché erano considerate diverse; sapere come venivano trattate e il numero di persone che ogni giorno i soldati tedeschi uccidevano mi è sembrato una cosa talmente brutta da non sembrare vera.
Tuttavia, sapere che nel 2015 è stato registrato il record di visite al campo di concentramento mi fa pensare che forse ci sia oggi una vera consapevolezza dell’importanza di ricordare.
Personalmente, mi ha aiutato a capire che la diversità è un valore, che tutte le persone possono essere diverse; ad esempio possono avere una religione diversa, ma nessuno va escluso per questo.
Tutte le persone devono avere rispetto.
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