03 Mag La plastica: necessaria ma dannosa
Il progetto “Io so che tu sai” si è svolto il 20 febbraio attraverso un laboratorio sulle microplastiche con gli alunni della II C; è stata un’attività didattica di promozione del recupero dei rifiuti e di riduzione del consumo di plastica con particolare riferimento al contrasto al marine litter.
#annoscolastico2022/23
Il progetto “Io so che tu sai” è stato svolto a cura di Dafne Soc. Coop. Impresa Sociale.
La plastica è un materiale organico derivante dal petrolio, composta da polimeri.
Ad oggi la plastica è un materiale sempre presente nella nostra vita; la possiamo trovare negli arredamenti, nel packaging, nei vestiti, negli ospedali, nelle varie tecnologie.
La plastica ha 160 anni e, anche se questo potrebbe farci pensare a un materiale antico, in realtà rispetto agli altri materiali, è uno dei più giovani.
Ci sono vari tipi di plastica, con vari modalità di riciclaggio:
Polietilene (1: PETE), Alta densità (2 HDPE), Polivinilcloruro (3 PVC), Bassa densità (4 LDPE), Polipropilene (5 PP), Polistirolo (6 PS), Tutti gli altri tipi (7 OTHER).
Il plancton è una categoria che comprende il complesso di organismi acquatici galleggianti che, non essendo in grado di dirigere attivamente il loro movimento, vengono trasportati passivamente dalle correnti e dal moto ondoso, come le meduse.
Il plancton di superficie è costituito in massima parte da alghe unicellulari. Il plancton è il cibo preferito delle balene e di tanti animali marini ma purtroppo esse a volte lo scambiano con microplastiche trasparenti e ne inghiottiscono tonnellate.
Il professore del laboratorio per farci capire meglio questa cosa ci ha fatto fare un gioco: ha portato in classe due bacinelle contenenti alcuni pezzi di gomma blu e alcuni pezzi di gomma gialli. A turno con un retino dovevamo cercare di prendere solo i pezzi blu, che rappresentavano i plancton, e il meno possibile dei pezzi gialli, che rappresentavano la plastica. Facendo questo gioco ci ha fatto capire che è praticamente impossibile prendere solo pezzi blu evitando i pezzi gialli, proprio come le balene fanno con i plancton: per ogni quantità di plancton inghiottita, ci sarà purtroppo una grande quantità di plastica.
Il bioaccumulo è l’accumulo, in questo caso di plastica, nel corso della nostra vita.
La biomagnificazione è l’aumento dei materiali inquinanti nel nostro corpo da preda a predatore lungo la catena alimentare.
Per farci capire queste cose il professore ci ha fatto fare un altro gioco.
Prima di tutto ci ha diviso in 4 gruppi: i gamberetti, le sardine, i tonni e un pescatore.
Il gioco consisteva nel prendere più tesserine possibili rappresentanti varie sostanze, tra cui la plastica, e alla fine vedere ciascuno quanta plastica aveva preso.
I gamberetti avevano 20 secondi per prendere più tesserine possibili, ma avevano a disposizione una mano sola e dovevano prenderne una alla volta.
La stessa cosa per le sardine, ma al posto di 20 secondi ne avevano 25.
I tonni avevano anche loro 20 secondi e dovevano prendere una tesserina alla volta, ma potevano usare entrambe le mani.
Il pescatore, invece, aveva 15 secondi ma aveva a disposizione due mani e poteva prendere tutte le tesserine possibili.
Ciascuno aveva così accumulato plastica e questo rappresenta il bioaccumulo.
Per farci capire invece la biomagnificazione ci ha spiegato che se le sardine mangiano i gamberetti, i tonni mangiano le sardine e il pescatore pesca e mangia i tonni, alla fine di questa catena c’è stato un accumulo sempre maggiore di quantità di plastica, a partire dalla prima preda, i gamberetti, fino all’ultimo predatore, il pescatore.
Cosa possiamo fare per ridurre l’uso della plastica?
Questo laboratorio ci è piaciuto molto, è stato interessante e soprattutto ci ha insegnato molte cose nuove.
Una delle cose più importanti che abbiamo imparato è stata che la plastica è fondamentale per la vita, ma allo stesso tempo dannosa, sia per l’ambiente che per noi stessi.
Per ridurre l’uso della plastica bastano piccoli accorgimenti, come ad esempio: comprare una borraccia invece che usare ogni giorno una bottiglietta di plastica, usare l’acqua del rubinetto, usare delle borse in tela per fare la spesa, acquistare cibo e detersivo sfusi, invece che confezionati in contenitori di plastica, usare piatti, bicchieri e posate di vetro o di carta riciclabile.
Se tutti imparassimo a compiere almeno alcuni di questi piccoli gesti, ci sarebbe già così una grande riduzione di utilizzo di plastica e, di conseguenza, dell’inquinamento.
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