15 Gen Storie di Mare e di Fantasia
Gli alunni delle classi II D e II E hanno inventato dei racconti aventi come protagonisti alcuni dei rifiuti raccolti in una spiaggia di Quinto durante un’uscita didattica effettuata l’anno scorso.
#annoscolastico2023/24
Cari lettori, vi piacciono le storie di mare e di fantasia? Allora questo è l’articolo che fa per voi!
Vogliamo presentarvi un’attività svolta dagli alunni di II D e II E. Hanno inventato dei racconti aventi come protagonisti alcuni dei rifiuti raccolti in una delle spiagge di Quinto durante un’uscita didattica effettuata l’anno scorso.
Ogni ragazzo ha scelto un oggetto, gli ha dato un nome e ne ha immaginato la storia, narrandone la provenienza, le avventure in mare e l’arrivo a Quinto.
Tutti i testi, corredati da disegni, sono stati rilegati in due libretti, uno per classe, che sono stati letti agli allievi delle attuali I D e I E, i quali, dopo aver assegnato un voto (da 6 a 10) a ogni racconto tramite Moduli Google, hanno decretato i più belli: “Lo scontrino Bongo” (per la II D) e “La storia di un tappo ammaccato e di una penna stressata” (per la II E).
Scopo dell’attività è stato quello di sensibilizzare al rispetto dell’ambiente, in particolare di quello marino.
Che dite? Ci saranno riusciti?
Spetta a voi giudicarlo! Buona lettura!
Classi II D e II E, “I PEPERONCINI ESPLOSIVI” e “I PINGUINI TATTICI NUCLEARI”, Scuola Durazzo sede, a.s. 23/24
LO SCONTRINO BONGO
Ciao, mi chiamo Bongo e di cognome faccio Plin-Plin: sono uno scontrino speciale perché sono ricoperto da una pellicola di plastica… Errore di fabbrica. Provengo dalla cassa di “Pizza 2002” a Genova. Che bello che era stare nella pizzeria, sentendo il caldo profumo delle pizze!
Ma, un giorno disgraziato, scrissero su di me: “Hai acquistato una pizza margherita, costo 7,00€, arrivederci”. Era il giorno in cui un bambino di dodici anni, di nome Leonardo Ferrari (non chiedetemi come facessi a saperlo, no scherzo), aveva la maglia della Juve con dietro scritto il suo nome. Vabbè, torniamo alla mia storia! Mi buttò nel cassonetto. Il giorno dopo, alle 7:50, passò il camioncino della spazzatura e, nel tirare su il bidone in cui mi trovavo, volai fuori.Il vento mi trasportò fino alla spiaggia di Quinto…sentivo puzza di marcio. Arrivai più avanti e finii in acqua. Mi addormentai e mi lasciai trasportare dalle correnti.
Quando mi svegliai, era ormai notte, non vedevo più la costa ed ero disorientato. Guardavo le stelle: senza l’inquinamento delle luci si vedevano perfettamente, quando una onda mi travolse.La prima cosa che vidi fu un calamaro gigante che mi guardava male: aspettò qualche secondo, che a me sembrarono ore, e mi mangiò con il suo enorme becco nero. Dentro il bestione c’era una sostanza viola e appiccicosa.
Il calamaro incominciò a mangiare troppo e un pesce palla si incastrò nel suo enorme becco. Trassi l’occasione e scappai via.Quando uscii, era già giorno e lì vicino c’era un’isola di plastica. C’erano rifiuti che dicevano in coro: “UNISCITI A NOI! UNISCITI A NOI!”. Ma, vedendo tutti quei rifiuti sporchi e malati, il mio unico pensiero fu quello di allontanarmi il più possibile. Mi allontanai pensando a come mai ci fossero così tanti rifiuti in quel punto.
Incontrai una tartaruga e le chiesi dove ci trovassimo, ma lei rispose: “Scusa non lo so; in questi tempi non riesco più a orientarmi. Di notte non vedo più le stelle e di giorno il sole mi acceca”.
Allora, senza speranze, mi lasciai trasportare dalla corrente. Vagai anni per il mare, poi però arrivai sulla riva di Bagnara: fradicio, strappato, mi ritrovavo di nuovo lì! Ma io dico: come è possibile che abbia girato tutto il mondo e mi sia ritrovato di nuovo qui, a Quinto!
Certo che il destino è proprio strano!
Antonio e Matteo, classe II D “I PEPERONCINI ESPLOSIVI”, Scuola Durazzo sede, a.s. 23/24
LA STORIA DI UN TAPPO AMMACCATO E DI UNA PENNA STRESSATA-ALFONZO E RUBEN
“Avreste mai immaginato che un pezzo di alluminio ammaccato, spiaggiato su un sassolino grigio, fosse appartenuto alla catena di bibite più famosa al mondo?
Se la risposta è no, sono d’accordo con voi. Mi chiamavano Brad, ma adesso mi chiamo Alfonzo: il nome me lo ha dato un pesciolino in vacanza, incontrato in mare”.“Ciao, mi chiamo Ruben, sono una penna di origini portoghesi. Sono passato dall’essere una bellissima penna color blu elettrico a uno squallido rifiuto costretto a rimanere tutti i giorni sotto il sole cocente. Ma durante il viaggio dal Portogallo a questa orribile spiaggia di Quinto, ho incontrato un fastidiosissimo pezzo di metallo che gli umani usano chiamare ‘tappo per bottiglie’”.
“Ehi! fastidioso a chi?! La mia storia parte dall’America, sulle orgogliose coste di New York, quando dei ragazzi mi hanno stappato dalla bottiglia di Coca-Cola a cui appartenevo e mi hanno gettato nell’Oceano – Atlantico, (Ruben si arrabbia se non lo specifico, da quanto è pignolo!)”.“Alfonzo, sono solo ‘preciso’. Comunque, i nostri lettori sono qui per leggere i racconti del nostro viaggio, non per sentire le nostre scaramucce.”
“Scaramucce?! E questa parola da dove l’hai tirata fuori?”
“Ignorante! Non è colpa mia se tu non conosci il linguaggio forbito. Ma adesso andiamo avanti… Mentre il mio padrone stava correndo a casa dopo la scuola, gli sono caduto dallo zaino e un suo compagno di classe, trovandomi per terra, mi ha raccolto e tenuto con sé finché, un giorno di sole, facendo i compiti sul molo, mi ha fatto cadere in mare. Che ingrato! Aveva pure invertito congiuntivo e condizionale…”
“Perchè, c’è differenza?”
“Vabbè, ti lascio nella tua ignoranza. Ci siamo incontrati in una piccola isola di plastica e in un attimo eravamo bloccati insieme nella stessa bottiglia.”
“Già, che stress! Dopo aver litigato una mezz’ora abbondante, abbiamo incontrato una paperella cascata con le sue sorelle da una container più di cinquant’anni fa. Mi pare si chiamasse ‘Freddi Flortis’”.
“Alfonzo, si dice “Friendly Floatees”.
“Sì sì è uguale… comunque abbiamo affrontato un luuuuuuuuuuuungo viaggio, incontrando creature marine e oggetti”.
“Confermo! Ricordo anche quando abbiamo incontrato uno squalo martello… incredibile! Sostenevi fosse uno squalo chiodo”.
“Guarda che a me sembrava proprio un chiodo! Ma non abbiamo parlato di quella volta che, vagando per il Mediterraneo, ci siamo imbattuti in uno spettacolo di meduse, dove un’attrice recitava facendo errori grammaticali volutamente. E tu, come sempre, hai avuto da ridire. Ah, non dimentichiamo che, per farti smettere con le correzioni, hanno dovuto tirarti diversi ricci di mare.”“Questa parte ti avevo chiesto di tagliarla… Siamo andati avanti per molti giorni finché non è scoppiato un temporale e le onde hanno travolto la bottiglia dentro alla quale ci trovavamo, trasportandoci per tutto il Mediterraneo. E fidatevi quando vi dico che ne abbiamo viste di tutti i colori…”
“Già, c’erano alghe gialle, marroni, rosse… pesci blu, viola e alcuni verdi con strisce.”
“Non intendevo in senso letterale, ma lasciamo perdere. Adesso raccontiamo del giorno in cui siamo naufragati sulla spiaggia di Quinto.”
“Mi ricordo quel giorno… Un gabbiano ha aperto la nostra bottiglia e ci ha diviso, portandoci in parti diverse della spiaggia. Quel brutto volatile si è anche permesso di chiederci se ci potesse mangiare.”
“Quei giorni sembravano interminabili, eravamo al punto di soffocare dal caldo, finchè non ci hanno trovato dei ragazzini… E così ora sapete la nostra storia. Cordiali sal…”.
“Ciaoooo amici!”.
“Hai interrotto i miei saluti”.
“Erano saluti?! Scusa.”.Cordiali saluti,
Alfonzo e Ruben.
Chiara
Posted at 10:05h, 15 GennaioBellissima idea 🥰