03 Giu I bambini di Terezin e la giornata della memoria
Recentemente la professoressa di italiano ha spiegato alla classe I L il significato della Giornata della Memoria e i motivi per cui si celebra.
#annoscolastico2023/24
Dopo la spiegazione abbiamo visto un filmato sul campo di concentramento di Terezin, a cui è seguita la nostra visita alla mostra allestita per l’occasione dai ragazzi di III L.
Nella località di Terezin, situata nei pressi di Praga, si trovava un campo di transito da dove i bambini ebrei, dopo una permanenza più o meno lunga, venivano deportati ad Auschwitz. Esso è oggi conosciuto per la sua funzione propagandistica e di finzione, utilizzato dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale.
Nel filmato “I bambini di Terezin”, visto in classe, viene messa in luce la sofferenza dei bambini deportati tra l’anno 1941 fino al 1945, di età generalmente non superiore ai quattordici anni, attraverso i loro toccanti racconti. La voce narrante spiega quanto fosse stata fuorviante la “campagna pubblicitaria” compiuta dai nazisti, per la quale i bambini pensavano di arrivare in un’isola felice e non a Terezin, dove invece si ritrovarono a vivere un incubo, e il loro desiderio più grande era quello di raggiungere al più presto l’amata casa.
Nel campo fu deportata anche la maestra Friedl Dicker-Brandeis che si propose come insegnante d’arteterapia. Sosteneva che, attraverso l’arte, i bambini potessero alleviare le sofferenze, dando voce alla rassegnazione e alla disperazione.
Per far sì che le opere non andassero perdute, Friedl fece un importante lavoro di catalogazione dei disegni, datandoli e annotando sopra il nome e l’età dell’autore. In circa due anni la maestra riuscì a raccogliere, nascondendoli in due grandi valigie, quasi 5000 disegni, oggi conservati presso il Museo Ebraico di Praga.
Inoltre è stato per noi molto interessante visitare la mostra dedicata ai bambini di Terezin, allestita al piano terra del nostro edificio scolastico dai ragazzi di III L, i quali ci hanno fornito spiegazioni molto dettagliate e coinvolgenti.
L’esposizione comprendeva i disegni dei bambini di Terezin, appesi su due cordicelle pendenti dall’alto, e poesie o citazioni racchiuse all’interno di piccole urne sempre realizzate dai ragazzi di III L.
I NOSTRI COMMENTI
Sono stato attirato in particolare dal disegno di un bambino, solo, circondato da due alberi con le foglie cadute a terra. Un’immagine che mi ha trasmesso desolazione e ricordato metaforicamente tutte le vittime del campo di concentramento. Trovo che sia stata davvero commovente l’idea di esporre i disegni e le poesie scritte dai bambini che hanno subito quella realtà catastrofica.
I ragazzi di III L sono riusciti a farci ricordare in maniera molto toccante le atrocità commesse durante la Seconda Guerra Mondiale.
Pietro C.
A me ha colpito il disegno di una palla colorata che, secondo me, rappresentava il forte desiderio da parte di quei poveri bambini di giocare, ma che i nazisti, in quella tragica realtà, impedirono loro di realizzare.
Lea G.
Il disegno che mi ha colpito di più è stato quello che raffigurava un muro al di sopra del quale si trovava del filo spinato; mi ha trasmesso la triste sensazione di quei bambini di essere costretti a stare rinchiusi in un luogo terribile da cui purtroppo non sarebbero più usciti.
Leonardo R.
Un disegno che ha mi ha attratto particolarmente rappresentava dei bambini che fissavano un muro di confine del campo. Nei loro occhi si poteva leggere la speranza di poter vedere al di là di quel muro. Mi hanno impressionato proprio quegli sguardi che, sebbene consapevoli del loro triste destino, conservavano ancora la speranza nel futuro.
Isabella D.
Nel disegno che mi ha colpito maggiormente era raffigurato un grande pallone colorato; esso mi ha fatto pensare alla speranza che quei bambini conservavano nel cuore di poter tornare felici, alla normalità. Ciò mi ha fatto riflettere su come noi diamo per scontata la nostra realtà quotidiana. A volte non sappiamo vedere la felicità in un pallone colorato. Non dobbiamo dimenticare quello che è successo perché gli errori del passato non vengano più ripetuti in futuro.
Andrea C.
No Comments