Il mondo di Vahal

Il mondo di Vahal

Tra unicorni, draghi, folletti e troll, una storia fantastica da leggere tutta d’un fiato.

Jason si svegliò tutto sudato con gli incubi ancora in testa. Restò a letto a riflettere sul terribile sogno appena avuto: secondo l’incubo sua madre era stata rapita da un orco malvagio. Proprio in quel momento sentì dei passettini veloci, si girò di scatto e vide quella strana creatura con le orecchie appuntite. Indossava un lungo abito di lino bianco e un cappellino blu. Parlò con una vocina molto acuta: “Ciao, io sono Tippy! Sono venuto per comunicarti una brutta notizia. Ma ora non c’è tempo, sali su Arcobaleno, subito!“.

La criniera dell’unicorno era soffice come le piume di un’aquila, il ragazzo vi immerse le dita. Sfrecciarono nel freddo pungente del mattino. In lontananza casa Grace scoppiò e il fuoco la avvolse. “Sì, Jason. Tua madre è stata rapita da Encelado, l’orco malvagio del mondo di Vahal” disse Tippy. Jason soffocò un singhiozzo. Poi il mondo sotto di loro mutò in un altro, fantastico, con creature gentili come folletti ed elfi, ma anche malvagi come draghi e troll. Tippy indicò un castello di cristallo e lo presentò come il Castello Elfico.

Entrarono nel grandioso palazzo e furono consegnate al ragazzo l’armatura e la spada. Oltre alla signora Grace, Encelado minacciava tutto Vahal. La sua missione era di sconfiggerlo, accompagnato da Tippy, Arcobaleno e Anna, una ragazza cresciuta con gli elfi. La squadra partì immediatamente verso la Florida in groppa all’unicorno. La spada era magica: gli ritornava sempre in tasca e si poteva trasformare in una matita per non farsi vedere dagli umani.

Vahal e il mondo mortale erano sovrapposti. L’orco li aspettava su una montagna molto alta, con la cima circondata da nubi. Ci arrivarono in due giorni e si infilarono di nascosto dietro degli alberi. Encelado aveva un buon udito e li sentì, girandosi con un sorriso maligno. Iniziò la battaglia. Jason menava fendenti e affondi, l’orco usava una lunga lancia d’oro. Purtroppo le ferite dell’orco si rimarginavano all’istante. Il ragazzo pensò al suo punto debole. Si ricordò un mito contro gli orchi: il loro punto debole erano gli occhi! Ma era molto bravo a nascondere la sua brutta faccia quadrata. Intanto Anna lo attaccava da dietro con il suo pugnale d’argento. Con un colpo Jason gli tolse la lancia dalle grandi mani che volò via molti metri più in là, irraggiungibile anche per Encelado. Jason gli infilò la spada nell’occhio e quello urlando di dolore si disintegrò. Mentre guardava le ceneri dell’orco vide che legata a un palo lì dietro si trovava una figura con la testa a penzoloni: sua madre! Il ragazzo si inginocchiò accanto a lei. Era ridotta male, con i vestiti sporchi e i lividi sparsi sul suo corpicino minuto.
Con tanti sforzi, Jason e Anna riuscirono a caricarla sull’unicorno che sembrava un po’ affaticato. La ragazza era stata ferita alla milza dall’orco ma non disse nulla ai compagni. Poi tutti insieme tornarono vittoriosi verso il Castello Elfico.

Classe 5B, Scuola Primaria A. Gianelli

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