15 Ott Il mio primo giorno nella scuola di Harry Potter
Non avevo le idee molto chiare, con tutta quella gente non riuscivo nemmeno a vedere l’entrata della scuola. Erano solo persone che non conoscevo, tranne una strega amica mia. A un certo punto il preside Albus Silente, in piedi su un muretto, ci avvisò che stava per annunciare gli smistamenti nelle case.
Ero molto felice perché sapevo che l’ammissione a Hogwarts mi avrebbe cambiato la vita.
“Anna T.: casa 1D”, annunciò il preside. “Diana S.: casa 1E. Pietro B.: casa 1D. Alice Q.: casa 1°L…”
Le gambe mi tremavano: e se avessero cambiato idea? Se mi volessero far prendere la corriera alla fermata 8 e 6/4 per farmi tornare a casa? Molti pensieri cominciavano a vagarmi nella testa fino a quando il preside Silente non mi chiamò, e come per magia tutti i miei pensieri sparirono. “Olivia V.: casa 1E!”
Che sollievo!
Quando il preside ebbe finito di smistarci, ogni casa, guidata da un professore, fu portata nella propria sala comune. Ognuno di noi si sedette e uno alla volta ci presentammo alla professoressa di tecnologia delle arti oscure, Di Salle. La professoressa spiegò che per le sue lezioni avremmo sempre dovuto portare la bacchetta magica 2H e HB, il libro delle magie tecnologiche e un quaderno su cui scrivere incantesimi da imparare a formulare.
Quando Gazza, il bidello, suonò la campana in cima alla torre, la professoressa si smaterializzò in un’altra sala comune. Arrivò la professoressa Roberto Cooman che si presentò e, con gli occhi coperti dalla frangetta, ci disse: “Allora, ragazzi, in questa classe si parlerà solo di arte: via gli incantesimi, solo foglio e piuma.”
Durante la pausa andai a far conoscenza con i maghi della mia casa: Elisa, strega dai capelli neri sorretti da una molletta: era una ragazza dolce, ma nelle sue vene scorreva sangue di cacciatrice; Leonardo, mago in grado di leggerti nella mente; Lea e Diana streghe timide, ma molto astute; Eugenio, così detto il Genio e il suo compagno Luca, un mago alquanto strano.
La campana risuonò ed entrò nella sala un’insegnante severa con occhi indagatori di nome Madama Corti Bomb, la professoressa di quidditch. Ci fece presentare alla svelta e ci portò nella parte inferiore del castello in una sorta di salone con delle tracce magiche disegnate sul suolo. Ci fece dei quiz facendoci girare in tondo fino a farci perdere l’equilibrio, ci chiese che sport facessimo, dove e da quanto tempo.
Le campane di fine giornata suonarono e, finalmente, uscimmo dall’immenso castello pieno di saloni e scale e ci ritrovammo nel grosso cortile da cui ore prima eravamo entrati.
Olivia V., classe 1E – Scuola C. Durazzo
Melanie Desbois
Posted at 08:46h, 12 NovembreArticolo molto originale! Spero di rileggerti spesso su Miniscoop!
Romeo Bilanci
Posted at 19:04h, 12 NovembreRomeo (2 Media): troppo bello… hai mai pensato di fare la scrittrice? Sarebbe una bella iea e faresti fare un figurone alla scuola!
Daniela Turra
Posted at 21:13h, 18 NovembreArticolo bello e originale! Mi è piaciuto molto!
Francesca Di Salle
Posted at 17:53h, 27 DicembreMolto interessanti i paragoni arti oscure-tecnologia, bacchette magiche-matite da disegno. Ci rifletterò e chissà che non mi facciano venire in mente qualche nuova idea per la didattica! Brava Olivia!
Alice
Posted at 14:37h, 28 DicembreWOW!!!!!Questo racconto è F-A-N-T-A-S-T-I-C-O!!!!!!!
A proposito di Harry Potter,io ce l’ho il libro!!!!!!
Serain Federico
Posted at 18:50h, 11 Marzonon vedo l’ora di venire anch’io a Hogwarts!
Lucia R.
Posted at 18:34h, 20 MarzoWOW che racconto originale!
Alice
Posted at 09:04h, 29 GennaioIo sto sperando in un’ammissione a Hogwarts, magari quando i miei genitori stanno per finire di compilare il modulo di ammissione alla scuola media, entra velocissima dalla finestra una civetta con l’invito alla prestigiosa accademia per maghi e streghe…