09 Mar Un incontro indimenticabile
In occasione della giornata della Memoria, anche quest’anno abbiamo ricordato l’orrore subito dagli Ebrei durante la seconda guerra mondiale.
Ne abbiamo parlato durante l’ora di religione, abbiamo visto il film di Roberto Benigni “La vita è bella”, assistito alla rappresentazione teatrale “Anna Frank” e visitato la Sinagoga della nostra città.
Siamo rimasti molto colpiti.
È incomprensibile capire come si possa provocare tanta sofferenza alle persone.
La cosa che però ha toccato maggiormente il nostro cuore è stata la testimonianza di un superstite.
Un pomeriggio, nella nostra classe, è arrivato il Prof. Gilberto Salmoni, un anziano ebreo che ha vissuto sulla sua pelle la tragedia della deportazione in un campo di concentramento tedesco.
Mentre raccontava la sua triste storia, ascoltavamo coinvolti dalla sofferenza che ancora oggi, dopo tanti anni, abbiamo visto sul suo viso.
Quando è terminato il nostro incontro il Professore è uscito dalla nostra aula con gli occhi lucidi.
Quando aveva solo sedici anni, nel 1944, fu arrestato con tutta la sua famiglia alla frontiera con la Svizzera, dove erano arrivati per tentare di mettersi in salvo.
I suoi genitori e la sorella vennero deportati ad Auschwiz dove furono uccisi. Lui e suo fratello maggiore, invece, furono caricati su un treno diretto al lager di Buchenwald in Germania.
Lì furono vestiti di stracci e sul loro braccio fu tatuato un numero. Il suo numero era 44573 che a noi ha mostrato cucito su un vecchio pezzo di stoffa.
Ogni giorno, verso le quattro del mattino, praticamente a stomaco vuoto, andava a lavorare. Spostava macerie, sostituiva i binari della ferrovia, faceva il muratore.
Faticava tanto, ma ogni giorno di lavoro era un giorno in più di vita.
Durante la prigionia, la scarsa igiene e l’insufficiente alimentazione gli causarono seri problemi ai denti che gli furono curati dal fratello che era medico.
Rimase nel campo nove mesi poi, finalmente, arrivarono i Russi e furono liberati.
L’incubo era finito ma l’orrore di quei giorni, che gli fece perdere anche la fede, non è stato mai dimenticato.
Tornato a Genova ha dedicato la sua vita all’insegnamento, non mancando di narrare ai ragazzi la sua tragica esperienza.
Ancora oggi continua a farlo nella speranza che tali orrori non abbiano a ripetersi in futuro.
Questo è ciò che ha voluto lasciarci l’anziano “MAESTRO di VITA” Gilberto Salmoni.
Serain Federico
Posted at 20:05h, 10 MarzoChissa’ come deve essere stato brutto stare in un campo di concentramento.
Spero che non succeda mai piu’
SILVIA
Posted at 09:55h, 04 AprileA me fa venire i brividi solo il racconto e quindi non oso pensare come abbia sofferto Gilberto Salmoni a 16 anni!
Concordo con te, Fede, sull’ultima parte