15 Dic Che tweet sia!
140 battute. Come per Twitter, nato proprio con quel limite di caratteri assolutamente invalicabile, le ragazze e i ragazzi della 3C Durazzo si sono incontrati e scontrati con la sintesi, che sarà anche un dono ma è soprattutto una tecnica e la si apprende solo provandoci.
Il risultato? 20 microracconti in molti casi davvero spassosi!
- Quella fu l’estate più bella, in cui conobbi il migliore degli amici. Passavamo le giornate insieme. Ad agosto lui partì, ma la nostra amicizia non finì.
- Era notte. Mi fissava. Era grande. Nero. Aveva un piccolo occhio. Rosso come il sangue. Era la tv.
- Stava lì. Immobile ormai da più di un’ora. Bianca come la neve. Trasmetteva così tanta inquietudine che nessuno osava toccarla: era la verifica di matematica.
- Lo guardo: è enorme! Non ho paura ad affrontarlo, posso vincere. Cinque minuti dopo guardo ancora… non c’è più. L’ho sconfitto! Era il panino con la salsiccia.
- Le speranze erano nulle. Regnava la paura. Pronti ormai a soccombere, ma… un miracolo: il professor Santoro spiega.
- Una fetta di pane o un biscotto/posso giurare che ne sarei ghiotto. Vorrei tanto portarla in cartella/essa è dolce: si chiama Nutella.
- «Amore, mi preferisci: liscia o riccia? Mora o castana? Alta o bassa? Grassa o magra?». «Zitta, ti preferisco zitta».
- Rompe le scatole… quasi sempre bugiardo… se contesti ti lincia… quell’infame dell’arbitro.
- Manca poco. Senti il cuore battere. Sei agitato. Attendi quel momento con ansia. E poi arriva. «Accidenti!», pensi «…sono stato interrogato».
- Erano lì tutti e quattro. Tutti zitti. Aspettavano solo me. Erano i prof all’esame.
- Stavo volando. Che bello, l’avevo sempre desiderato. Ah no! Ero caduto dal terrazzo.
- Era lì. Davanti a me. Mi stava per venire addosso. Un colosso tutto bianco alto centinaia di metri. Era in coda davanti alla Torre di Pisa.
- Sì ma… un tatuaggio per tutta la vita? e se poi non ti piacesse più? beh! anche la tua faccia lo è, ma vedo che te la cavi.
- Era lì in cucina. Mi fissava. Avevo lo sguardo profondo. Era più forte di me. Ma non riuscivo a mangiare… la torta al cioccolato.
- Un vecchio pazzo annega nell’alcol i suoi dispiaceri, i ricordi che gli ossessionano la mente. Ormai è buio, il bar sta per chiudere.
- Il destino ha un piano per tutti. Cavoli tuoi se hai studiato chitarra.
- Era lì che mi guardava, sul tavolo aspettava. Ero pronta a gustarlo. Non volevo abbandonarla e avevo un’idea contorta. Il suo nome era torta.
- Ieri nel corridoio c’erano due professori di matematica che parlavano e ho chiesto loro: «di cosa parlate?». Mi risposero: «… del più e del meno».
- Io dormivo. Era tutto calmo. Poi sento delle grida e mi spavento. Era mia madre che mi svegliava per andare a scuola.
- Dico alla mamma di aiutarmi con questo esercizio. Le faccio un esempio: «noi vidimo…» al posto di «noi vedemmo…». La mamma è morta di crepacuore.
La classe 3C, Scuola Secondaria di Primo Grado C. Durazzo
Paola Chiara RUGGIERI
Posted at 10:16h, 15 DicembreBravissimi! Il mio preferito è il n. 1…
Roberta
Posted at 15:15h, 16 DicembreDavvero spiritosi! Il mio preferito è il numero 4