13 Apr Fanny: dal film all’Albero delle Persone Giuste
Per il giorno della memoria siamo andati a vedere, insieme ad altre classi del nostro Istituto Comprensivo, il film “Il viaggio di Fanny” (Lola Doillon, 2016).
Si tratta di una storia vera, accaduta nel 1943, durante la seconda guerra mondiale. Nella Francia occupata dai nazisti, molti genitori ebrei cercarono di mettere al sicuro i loro figli in case di accoglienza per bambini ebrei.
Anche la mamma di Fanny la lasciò in una specie di colonia, insieme alle sue due sorelline. Dopo un po’ di tempo però, qualcuno denunciò le persone che si occupavano dei bambini. Prima che arrivassero i soldati tedeschi i bambini furono caricati su un pulmino per trasferirli in un altro rifugio. Ma anche lì furono scoperti e quindi presero il treno per cercare di raggiungere la Svizzera, che era uno stato neutrale.
A causa di un bombardamento sulla ferrovia i bambini furono costretti a scendere e ben presto si ritrovarono da soli. Guidati da Fanny, che allora era una ragazzina di dodici anni, iniziarono una pericolosa odissea: furono catturati dai nazisti e rinchiusi in una scuola, ma riuscirono a fuggire tutti insieme.
Poi, affamati e stanchi attraversarono per giorni boschi e montagne, incontrando anche qualche persona che, rischiando la vita, li ha aiutati a raggiungere il confine.
“Il viaggio di Fanny” ci è piaciuto molto, perché è un film di azione e i protagonisti sono soprattutto bambini e ragazzi della nostra età. Ci ha anche fatto capire come si viveva nella seconda guerra mondiale e i pericoli che incontravano gli ebrei. Speriamo che queste cose non succedano mai più.
In classe ci siamo chiesti se la protagonista del film, Fanny Ben Ami, che oggi è una signora che ha 86 anni ed abita in Israele, potrebbe essere inserita nel nostro Albero delle Persone Giuste.
Abbiamo deciso di sì, perché, quando era solo una ragazzina di 12 anni, ha rischiato la sua vita non solo per mettere in salvo se stessa e le sue sorelline, ma per aiutare anche tutti gli altri bambini che erano con lei.
Si è dimostrata molto coraggiosa: anche nei momenti più pericolosi in cui aveva paura, cercava di non farlo vedere agli altri per non spaventarli, ma tentava sempre di rassicurarli e motivarli.
Nella scena finale, quando ormai tutti sono in salvo oltre il confine svizzero e lei si accorge che una bimba piccola è rimasta indietro, Fanny torna a prenderla e se la carica sulle spalle, correndo a zig zag per non farsi colpire dai proiettili dei soldati nazisti che cercavano di spararle.
Vorremmo però inserire sul nostro “Albero delle Persone Giuste” anche altre persone che durante la seconda guerra mondiale hanno rischiato la loro vita per aiutare degli ebrei.
Al cinema Odeon, prima dell’inizio della proiezione, una signora genovese, di religione ebraica, Letizia Teglio, ci ha raccontato la storia della sua famiglia, durante il periodo delle Leggi Razziali, a Genova; lei è nata nel 1943, quindi era molto piccola, ma può ancora testimoniare quello che accadde a suo fratello, un po’ più grande di lei che alla scuola elementare fu costretto a lasciare la sua classe perché ai bambini ebrei era proibito andare a scuola con gli altri.
Suo zio, invece, che era il preside di una scuola di Genova fu licenziato. Ma ci ha raccontato anche che molti genovesi, che non erano ebrei, hanno cercato di aiutarli, rischiando di essere licenziati e arrestati anche loro. Come un Commissario, che nel suo ufficio faceva dei documenti “veri”, con nomi falsi, per molte persone ebree che cercavano di scappare in Svizzera. Anche dei preti cattolici hanno aiutato migliaia di famiglie ebree a sfuggire ai rastrellamenti dei nazisti che li avrebbero condotti nei campi di concentramento.
Queste persone che hanno rischiato la loro vita per difendere gli altri dalle ingiustizie, per noi sono sono “Giuste”.
Vale papiri
Posted at 21:37h, 13 AprileSecondo me fanny è stata coraggiosa💪
Vale papiri
Posted at 21:38h, 13 AprileComplimenti a chi ha fatto i disegni👏