05 Giu Una gita fantastica: due giorni in Toscana con tutta la classe
Cosa c’è di meglio che andare con gli amici a scoprire delle cose interessanti?
È quello che abbiamo fatto noi della quinta della Da Verrazzano insieme ai nostri coetanei della scuola Gianelli. Il 19 e il 20 aprile 2018 le nostre maestre hanno organizzato una gita in Toscana.
Il viaggio in pullman è durato circa tre ore. Appena arrivati siamo andati a visitare il “Parco Archeologico di Baratti e Populonia”, vicino alla città di Piombino.
La nostra guida, Chiara, ci ha spiegato che Populonia è stata l’unica città etrusca costruita vicino al mare, perché lì lavoravano i metalli che venivano estratti dall’Isola d’Elba che si trova proprio di fronte.
Chiara ci ha subito detto che la visita era divisa in due parti: subito avremmo percorso un sentiero in un bosco di lecci e sugheri per raggiungere la necropoli più alta, detta “Delle Grotte” che è la più recente, costruita dagli Etruschi tra il IV e il III sec. a.C.
Le tombe sono scavate dentro la roccia che si chiama “panchina”. Questo minerale si è formato durante l’era glaciale con la sabbia delle spiagge, che trasportata dal vento, si è compattata e sedimentata.
Le tombe che abbiamo visto lungo il percorso hanno tre letti funebri disposti a ferro di cavallo, su cui spargevano le ceneri dei defunti e vi deponevano gli oggetti più preziosi. Ora sono vuote perché sono state tutte depredate dai tombaroli. Le uniche due affrescate sono quelle “Dei delfini” e delle “Onde marine”: fino a pochi anni fa erano aperte al pubblico, ma poi sono state chiuse perché qualche visitatore si era portato via dei pezzi dei dipinti.
La tomba più grande e spettacolare è una casa funebre per molte persone: una parete di roccia in cui sono scavate tante camere mortuarie. Purtroppo però anche queste sono state quasi tutte profanate dai tombaroli. L’unica rimasta completa di corredo funebre è la “Camera 14” dove era sepolta una sacerdotessa devota a Fufluns, il dio etrusco del vino. In una sepoltura di un bambino sono stati trovati 99 astragali: ossicini di zampe di ovini; gli archeologi ipotizzano che fossero parte di un gioco simile ai dadi.
Sul sentiero, in alcuni tratti, la guida ci ha fatto notare che la terra era rossastra e brillava perché conteneva frammenti di pirite, un minerale ferroso che veniva trasportato dall’Isola d’Elba che ai tempi degli Etruschi veniva chiamata “La fumosa” perché si levavano i fumi causati dalle numerose fornaci in cui si scaldava il minerale per estrarre il metallo.
Dopo pranzo siamo andati a visitare la necropoli bassa di S.Cerbone, più antica, costruita nel VII sec. a.C..
Queste sepolture erano state tutte ricoperte dalle scorie della lavorazione del ferro che gli abitanti di Populonia facevano vicino al mare, con i minerali provenienti dall’Isola d’Elba, che ormai era quasi tutta disboscata. Per più di 2000 anni le tombe rimasero sepolte e si credeva che quei cumuli neri fossero colline. Solo all’inizio della prima guerra mondiale, scavando per utilizzare quel materiale che conteneva ancora ferro, per produrre armi, tornarono alla luce le antiche sepolture.
In questa necropoli ci sono diversi tipi di tombe. Alcune si chiamano “a tamburo”, per la forma esterna circolare, con il tetto a cupola. Noi abbiamo visitato la più grande: per entrarci abbiamo percorso un corridoio lungo 12 metri, piuttosto basso, infatti per passarci bisogna chinarsi; questo porta ad una grande stanza quadrangolare con delle nicchie in cui si metteva il corredo funebre. Nella stanza ci sono dei letti di pietra su cui venivano messi i defunti. Questa tomba è chiamata “dei carri” perché dentro ci hanno trovato i resti di due carri.
Altre sepolture invece sono più piccole “a edicola”, a forma di piccolo tempio e altre “a sarcofago”.
Alla fine questa bella e interessante visita, per rilassarci siamo andati un’oretta sulla spiaggia dove abbiamo giocato, ballato, scavato e costruito castelli di sabbia.
Dopo un’altra ora di pullman siamo arrivati all’Hotel la Versiliana, ci siamo divisi nelle nostre camere e, dopo esserci lavati e cambiati siamo andati a cena; poi le maestre ci hanno accompagnato a fare una passeggiata.
Alle 23.15, tornati in albergo siamo andati a dormire. Al mattino ci siamo svegliati tutti molto presto, siamo andati a fare un’abbondante colazione a buffet e abbiamo ripreso il pullman per andare a fare un laboratorio sull’allevamento dei bachi da seta.
Arrivati all’Azienda agricola “Corte Gloria” ci siamo divisi in due gruppi: noi “daverazzanini” siamo saliti al piano di sopra per scoprire i segreti della vita dei bachi da seta, mentre i “giannellini” sono rimasti in giardino per imparare a lavorare al telaio. Nel pomeriggio, dopo il pranzo al sacco, ci siamo scambiati le attività.
Con Alessandra, l’allevatrice dei bachi, abbiamo visto le uova piccolissime, i bruchi di diverse grandezze, che fanno ben cinque mute, mangiando tantissime foglie di gelso e alla fine fanno il bozzolo che è fatto da un filo di seta lungo più di un chilometro. Alessandra per produrre la seta usa un metodo “non violento” che permette alla larva di sopravvivere e di trasformarsi in farfalla.
Nel pomeriggio con Simona ognuno di noi si è fatto un braccialetto tessuto al telaio.
Infine abbiamo ripreso per l’ultima volta il pullman e siamo tornati a Genova.
È terminata così la gita scolastica più bella e istruttiva che abbiamo mai fatto.
Per alcuni di noi è stato molto emozionante perché per la prima volta dormivamo fuori casa, senza la nostra famiglia ed è stato bello condividerlo con i nostri compagni.
È stata per tutti noi un’esperienza indimenticabile.
Roberta
Posted at 18:36h, 05 GiugnoGrazie per averci relazionata questa bella esperienza !
Anche mio figlio aveva fatto in quinta la stessa gita con la maestra Marina e la ricorda ancora come un’ esperienza indimenticabile
Ha il libretto che aveva comprato come ricordo sulla mensola sopra il letto,quella dei libri ” importanti” .
Leggere il vostro articolo è stato come ritornare a quei momenti
Auguri a tutti voi una buona estate e un passaggio sereno alla scuola media Grazie ancora per i vostri tanti begli articoli